sabato 25 dicembre 2010

poesia I SALERNITANI di domenico fauceglia



poesia I SALERNITANI
in questa poesia divido i salernitani in due categorie: salernitani 'e core, coloro che amano veramente questa città e salernitani è panza, che invece sfruttano questa città, o che la danneggiano dicendo di amarla e quindi se ne fanno una "panza" di chiacchiere.
Questa poesia fa molto riferimento alla storia e alle leggende di Salerno, quindi ho preferito mettere qualche nota per capirla meglio. Buona lettura.



I SALERNITANI

Il salernitano ‘e core

è colui che per questa città

pensa: “o Salerno o morte!”

perché è l’unica cosa che gli da felicità.



Il salernitano ‘e panza

è colui che questa città

l’ha scambiata per una pista di danza

e le piace solo all’occhio dell’assurdità. (1)


Il salernitano ‘e core

non ascolta le quotidiane prese in giro

perché non ne sente dolore

è abituato a vedersi puntato contro il dito.



Il salernitano ‘e panza

è colui che al saggio concittadino sfotte

e dei guai di questa terra nun ce passa manco p’ ‘o cazz

e se parli so’ pure botte!



Il salernitano ‘e core sa

che il Santo ha due facce: una dietro e un’altra avanti

perché è pronto a difendere questa città

laddove il pericolo faccia i cuori infranti. (2)



Il salernitano ‘e panza

non conosce la storia della città

pertanto nun capisce ‘na mazza

e pensa che il Santo abbia una doppia personalità.



Il salernitano ‘e core

ogni uomo di questo mondo

in questa terra accoglie

perché sa che prima si stava in un bel sonno

dove quattro luminari: un arabo, un ebreo, un greco e un latino

fecero una cosa stupenda,

di tutti fummo cura:

dall’uomo iberico a quello ellenico,

la Salerno Opulenta

della medicina fu culla. (3)



Al salernitano ‘e panza

di questa città

la cultura non gli calza

e segue una squallida mentalità,

da manifestare ad ogni partita,

tale da spingere ad odiare tutto e tutti

e questa terra viene di continuo tradita

rimanendo d’amor nudi.(4)



Il salernitano ‘e core

è nell’animo che sente

il 21 di settembre

perché di Caio,Ante e Fortunato il sangue che scorre

ricorderà sempre.(5)



Il salernitano ‘e panza

si ricorderà del 21 di settembre

per l’odore di milza e per il baccano in piazza

e, se non sparano fuochi, del Santo nulla avverte.



Il salernitano ‘e core

della sua esistenza tutti gli anni

sa che il 27 di giugno

c’è chi lo protegge e non ha timore

è il giorno in cui si evitarono malefici danni

perché il Santo disse: “io il male espugno”.(6)



Il salernitano ‘e panza

preferisce alla storia un duce

che a Natale installa luci in piazza,

è in tutta Italia conosciuto

così tanto da rubare luce

alla Sacra Famiglia nel presepe di Carotenuto.(7)



Il salernitano ‘e core sa

che per conservare

il genio di Ippocrate in questa città

la deve amare.

Così, mi trovo a pensare

che mamma Salerno

la vita ci ha dato

per questo come Gatto disse è rima d’eterno

e mi chiedo con quale coraggio

chi è qui nato

deve distruggere questo divino omaggio?



Il salernitano ‘e core

si chiede perché questa città

deve subire una simile angheria

che alla nostra terra nuoce

e che lascia in cuore infelicità

e lo costringe ad andare via.



Domenico Fauceglia

dicembre 2010

1. faccio riferimento alla così detta "movida" salernitana

2. nella cripta del duomo sono presenti due statue gemelle di san Matteo, poste di spalle l'una all'altra in maniera che il volto del santo sia visibile in tutte e due gli spazi in cui è divisa la cripta; ciò ha dato adito ad un modo di dire che si usa quando si vuole parlare male dei salernitani: si dice che essi hanno "due facce come San Matteo", in riferimento alla doppiezza nei rapporti umani. Penso che chi è salernitano 'e core crede che la doppia faccia di san Matteo consenta di difendere il suo popolo guardando il pericolo davanti e indietro, non sono poche le occasioni in cui il Santo ha protetto Salerno.

3.si parla della scuola medica salernitana fondata intorno al IX secolo, che per quasi un millenio è stato faro della medicina in tutto il mondo.
La tradizione vuole fondata da quattro maestri: un arabo, un ebreo, un latino ed un greco. La scuola fu la prima istituzione per l'insegnamento della medicina nel mondo occidentale e godè di enorme prestigio per tutto il Medioevo. La città era una meta obbligata per chi volesse apprendere l'arte medica o farsi curare dai suoi celebri dottori. Questa fama valse a Salerno il titolo di Hippocratica civitas, titolo di cui ancora la città si fregia nel suo stemma.
Tra il X e il XII secolo la città visse il periodo più florido della sua storia, OPULENTA SALERNUM fu la dizione coniata sulle monete per testimoniarne lo splendore.

4.l'odio verso il "diverso" addirittura contro i napoletani e il resto dei campani.

5.Tra le festività la più importante è il 21 settembre, ricorrenza di San Matteo apostolo ed evangelista, patrono della città.
In quest'occasione la statua d'argento del santo viene portata in giro per il centro cittadino in una processione molto sentita dalla popolazione. La statua del patrono è preceduta da quelle dei martiri salernitani Caio, Ante e Fortunato, di san Gregorio VII, e dalla pesantissima statua in legno di san Giuseppe.
La processione parte dal Duomo e percorre via Dei Mercanti, piazza Portanova, corso Vittorio Emanuele, via Cilento, via Roma dove attua due deviazioni, prima verso piazza Cavour sul Lungomare Trieste per benedire il mare e poi verso Palazzo di Città, toccando infine la chiesa della SS. Annunziata e percorrendo tutto il centro storico per fare ritorno in Cattedrale.
Il programma delle tradizionali celebrazioni religiose in onore di san Matteo è affiancato da festeggiamenti civili articolati in tre giorni. Questi festeggiamenti prevedono nei giorni che precedono la ricorrenza concerti di musica leggera e nel giorno conclusivo, a mezzanotte, fuochi pirotecnici sul mare.
Tipico è anche lo storico pranzo di San Matteo, composto dalla milza, le triglie fritte e l'uva sanginella.

"DI CAIO, ANTE E FORTUNATO IL SANGUE CHE SCORRE":nella cripta del duomo è conservato il ceppo sul quale, seconda la tradizione, sono stati decapitati i martiri Salernitani Caio, Ante e Fortunato; poggiando l'orecchio sul blocco è ancora possibile sentire il rumore del sangue che scorre.

6. San Matteo nel 1544: il 27 giugno di quell'anno il pirata Khair-ad-Din, detto il Barbarossa, cercò di attaccare Salerno che chiese protezione al santo patrono. Una tempesta ricacciò la flotta del Barbarossa e distrusse le sue navi.

7.ogni natale nella sala san lazzaro al duomo viene allestito un presepe interamente progettato dal pittore Mario Carotenuto.

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